SMILE

Stati Uniti, giorni nostri. Non è stata esattamente una bella giornata per la giovane psichiatra Rose Cotter (Sosie Bacon). Mentre era in servizio presso il reparto di emergenze, in cura da lei si era recata la giovane Laure, fortemente traumatizzata per aver assistito al violento suicidio del proprio insegnante.

La ragazza le aveva raccontato una storia di possessione demoniaca, con vivide allucinazioni, prima di uccidersi in maniera orribile.

Proprio davanti a lei, che nasconde un trauma di gioventù: ha assistito al suicidio della madre, senza intervenire in alcun modo e senza poi riuscire a perdonarsi per questo.

Nel racconto della moritura la premessa a un evento violento è sempre costituita da un sorriso diabolico ed inquietante, che compare sul volto di queste allucinazioni, e spinge verso la follia la vittima.

E l' inquieta dottoressa dovrà combattere contro i suoi demoni e un incubo senza fine.

SMILE è il lungometraggio d'esordio all'insegna del déjà vu dato che la trama e le atmosfere sinistre dell'horror in questione ricordano molto quelle del saccheggiato THE RING (si veda la scadenza dei giorni per le varie morti) e le sinistre Catene di Sant'Antonio di altri film simili. 

La discreta fattura messa in campo dal regista Parker Finn non compensa se non in parte la scarsa originalità, la prevedibilità di quasi tutti i vari jumpscare e una durata eccessiva.

Horror usa e getta.

MASSIMO TROISI, UN MALINCONICO GENIO COMICO

Il  l4 giugno del 1994 moriva a Roma, a soli 41 anni, all' Infernetto, in casa della sorella, per un infarto come conseguenza di febbri reumatiche Massimo Troisi , nato a San Giorgio a Cremano il 19 febbraio 1953.

Principale esponente di quella che venne definita la nuova comicità napoletana nata agli albori degli anni settanta, soprannominato «il comico dei sentimenti» o il «Pulcinella senza maschera», è considerato uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano.

Istintivo erede di Eduardo e di Totò, accostato anche a Buster Keaton e Woody Allen, cominciò la sua carriera col gruppo I Saraceni e poi con gli inossidabili amici de La Smorfia, Lello Arena ed Enzo Decaro. Con la mitica calzamaglia nera.

La tappa fondamentale fu, probabilmente, quella televisiva, che lancia Massimo Troisi  nell'olimpo dei comici.
Correva l'anno 1978 e Enzo Trapani ideava NON STOP, fucina dei futuri campioni d'incasso del cinema italiano, Carlo Verdone, I Gatti di Vicolo Miracoli, I Giancattivi, e La Smorfia.

Il successo del trio fu inatteso e immediato e consentì al giovane Troisi, naturale, elegante e proletario allo stesso tempo, di esordire al cinema con RICOMINCIO DA TRE (1981), il film che decretò il suo trionfo come attore e come regista. Dall'inizio degli anni ottanta si dedicò esclusivamente al cinema interpretando dodici film e dirigendone quattro.

Malato di cuore sin dall'infanzia, la morte lo ha colto due giorni prima di terminare la sua ultima pellicola, IL POSTINO, per il quale verrà, qualche tempo dopo, candidato ai premi Oscar come miglior attore e per la miglior sceneggiatura non originale.

Si distinse anche al di fuori della recitazione, lasciando altri contributi: scrisse infatti O ssaje comme fa 'o core, una poesia messa in musica dall'amico Pino Daniele, un'allusione tanto ai problemi al cuore (sia dell'attore sia dell'amico musicista) quanto al romanticismo.

Nel 1982 partecipa, come soggettista e attore, nei panni di sé stesso, al film di Ludovico Gasparini No grazie, il caffè mi rende nervoso, al fianco di Lello Arena. Nel film Troisi è l'attesissimo ospite del Primo Festival Nuova Napoli ed è l'obiettivo principale del personaggio interpretato da Arena, un maniaco assassino intenzionato a uccidere chiunque partecipi all'ambito festival. Nel finale del film viene brutalmente ucciso dal maniaco, legato a un organetto che suona ad alto volume Funiculì funiculà con la bocca tappata con un pezzo di pizza.

Nel 1983 la sua seconda pellicola e forse il suo capolavoro: SCUSATE IL RITARDO. Il titolo della pellicola è un riferimento sia al troppo tempo trascorso dal film precedente, del 1981, sia ai diversi tempi dell'amore e alla non sincronia dei rapporti di coppia. Nel film Troisi interpreta Vincenzo, un uomo titubante, timoroso di tutto ciò che potrebbe essere, di tutto ciò che potrebbe accadere.

Nel 1984 uscì Non ci resta che piangere, scritto, diretto e interpretato con l'amico Benigni. La pellicola narra le vicende di due amici che vengono catapultati, per uno strano scherzo del destino, nel lontano 1492. Molte le varie avventure in cui i due si trovano coinvolti, tra cui l'incontro con Leonardo e il disperato tentativo di impedire la partenza di Cristoforo Colombo e la scoperta dell'America, una sorta di canovaccio per qualche scena.

La coppia Troisi-Benigni funzionò a tal punto da essere accostata al duo Totò e Peppino: Benigni, tracotante ed esuberante va accostato al grande principe De Curtis, e Troisi, più mugugnone e titu-bante, a Peppino.

Troisi fu poi protagonista di Che ora è? (1989), incentrato sui rapporti conflittuali tra padre e figlio, con Mastroianni nei panni dei-padre. Nel 1990 collaborò per l'ultima volta con Scola nel film II viaggio di Capitan Fracassa, in cui recitò nel ruolo di Pulcinella.

L'ultima regia di Troisi, dove è anche sceneggiatore e protagonista, è quella di Pensavo fosse amore... invece era un calesse del 1991, con Francesca Neri e Marco Messeri. Un film dove si parla esclusivamente di amore. Troisi analizza i sentimenti della coppia moderna e le difficoltà di portare aventi un legame tra un uomo e una donna. Tommaso e Cecilia, si amano ma si lasciano ripetutamente per poi tornare insieme, ma in realtà si sentono troppo diversi per riuscire a sposarsi ed essere felici. Proprio quando sono sul punto di farlo, nelle ultime sequenze del film, lui non trova il coraggio di presentarsi i chiesa.

Infine IL POSTINO: le riprese cominciarono nell'autunno del 1993 a Pantelleria, poi proseguirono a Salina e si conclusero a Procida. Il film è ambientato tra il 1951 e il 1952, periodo in cui il poeta comunista Pablo Neruda visse in esilio in Italia, ma è ben poco fedele al romanzo di Skarmeta apportando molte modifiche alla storia e rivoluzionando completamente il finale.

Dopo la sua morte, IL POSTINO ottenne un grandissimo successo, sia in Italia sia negli Stati Uniti d'America, e fu candidato a cinque Premi Oscar.

Erede della tradizione partenopea ma capace di attualizzarla in maniera originale.

Massimo Troisi, fragile ed imperfetto fuoriclasse di altri tempi.