MIRANDA

Bassa Padana Ferrarese, anni cinquanta, quindi immediato dopoguerra.

Nella locanda a lui intitolata, l'opulenta, procace e avvenente Miranda (Serena Grandi) aspetta, da sette anni e senza disperarsi troppo, il ritorno del marito, dato per disperso in guerra.

Problemi per ingannare l'attesa non ne ha: davanti alla camera da letto fanno la fila e quindi può concedersi numerosi svaghi sentimentali.

Ha un amante fisso, Berto (Andrea Occhipinti) che è un camionista con il quale litiga spesso. Un amante in seconda, Carlo (Franco Interlenghi), un ex gerarca fascista al confino che le fa regali costosi. Un amante di passaggio, Norman (Andy J. Forest), un giovane tecnico americano che lavora al metanodotto e del quale sembra innamorata.

In panchina scalpita Toni (Franco Branciaroli), il cameriere della locanda, uno dei clienti più assidui dei casini della zona e che è innamorato di Miranda, ma al quale Miranda non permette di manifestare i propri sentimenti. Verrà anche il suo turno. 

Anzi, sarà matrimonio.

MIRANDA, tratto dalla Locandiera goldoniana, è una commedia erotica gradevole, o, meglio, il suo adattamento-stravolgimento in chiave erotica-soft.

Nella quale il regista amante del didietro, quel furbacchione di Tinto Brass, cercando mille pretesti,  non smette di esibire le grazie della sua ultima (a quei tempi) pupilla: senza veli e in tutte le posizioni.

Lei, una Serena Grandi al massimo della sua forma fisica (quelle recitative sarebbe altro discorso), non sembra sottrarsi agli ordini e si sveste completamente anche per lavarsi i denti.

E' bella, nelle sue forme opulenti, e pochissimi, almeno tra gli uomini, potranno lamentarsi.