GOOD MORNING, VIETNAM

Saigon (Vietnam) 1965.

Lo spavaldo aviere Adrian Cronauer (Robin Williams) (ispirato ad un personaggio vero nda) è il nuovo deejay della radio americana per le truppe in stanza nel paese, in pieno regime di guerra.

Lingua sciolta e disinvolto, niente reverenza verso i superiori, i politici o i miti americani intoccabili come Frank Sinatra, inonda l'etere e la giungla di rock scatenati e dissacrante anti-militarismo.

Non ci mette molto a diventare l'idolo della truppa e ad attirarsi, di converso, l'odio degli ufficiali superiori, generali compresi, uno solo dei quali lo difende.

Finchè un sergente reazionario e più realista del re gli prepara una bella trappola.

Addio, Vietnam crudele. E adesso chi terrà alto il morale della truppa?

Una commedia controcorrente e dannatamente (anche fastidiosamente) antiamericana nella quale Robin Williams appare in gran forma, diretto con brio e pochi mezzi dal regista Barry Levinson.

Appare anche il futuro premio oscar Forest Whitakers.