RICOMINCIO DA TRE

Napoli. L'amareggiato e timido Gaetano (Massimo Troisi) un bel giorno, senza la volontà manifesta di trasformarsi in "emigrante", saluta tutti.

Papà (Lino Troisi) che attende invano, in quel misto di rassegnazione ed eterna vana speranza partenopea, dalla Madonna la mano tragicamente perduta in un incidente.

La mamma (Deddi Savagnone), portatrice di un amore materno troppo asfissiante per un uomo quasi trentenne.

E infine i fratelli e l'amico Lello (Lello Arena) ostinato, dubbioso e petulante bastian contrario.

A Firenze, dove è ospite della focosa zia (Marina Pagano), conosce la "moderna" e disinibita infermiera Marta (Fiorenza Marcheggiani), si prende una cotta da quindicenne e subito dopo scopre il dolore delle corna.

La ragazza è in attesa, ma la cicogna è stata prenotata da un altro.

Meglio forse scappare a casa mia, anzi non se ne parla nemmeno, torno.

RICOMINCIO DA TRE è la spiritosa e "storica" opera d'esordio alla regia di Massimo Troisi, buffa e malinconica, tenera e spontanea.

Il giovane regista e attore mostra per la prima volta il suo estremo garbo e l'inventiva, facendo ridere e sorridere con il suo agro umorismo senza l'utilizzo di volgarità, anche affondando le mani nel suo cabaret tipico.

Quello di Troisi fu uno degli esordi più folgoranti nel campo della nuova commedia italiana degli anni '80. Vicino, come attore, a Eduardo più che a Peppino De Filippo o a Totò, Troisi combina felicemente nel suo agro umorismo ironia e tenerezza, condendolo con una fantasia nevronapoletana e invenzioni seicentesche.
Il Seicento è un secolo partenopeo.



Il volto è espressivo come pochi altri e la mimica formidabile, come da scuola partenopea.

Devo ammettere una cosa: rimango avvantaggiato, nella visione e nell'affetto che provo per questo film, dalla mia familiarità con il napoletano, ma rimane comunque un film da consigliare anche ai non "terroni".