58 MINUTI PER MORIRE

Washington, vigilia di Natale. Il ruvido tenente di polizia John McClane (Bruce Willis) va a zonzo per l'aeroporto innevato in attesa che atterri la moglie Holly (Bonnie Bedelia), proprio mentre è in arrivo anche un volo militare, a bordo del quale c'è il deposto dittatore Esperanza (Franco Nero), che gli Stati Uniti intendono processare per narcotraffico.

Ma ecco che una squadra di ex-militari super addestrati prende il controllo (elettronico) della torre e avverte spianando le armi: o lo liberate o qui atterreranno 18 carcasse d'aereo (gli aerei attesi per l'atterraggio).

Di buona lena arriva un manipolo di militari delle forze speciali, ma il nostro eroe John McClane non ci pensa minimamente a stare a guardare.

58 MINUTI PER MORIRE è una sarabanda iperveloce, spettacolare e fragorosa di azione violenta (con altissimo numero di morti ammazzati. Si contano 264 cadaveri) diretta da Renny Harlin, che sfiora l'iperbole senza temere il ridicolo, corretta da una forte dose di parodia autoironica.

Non folgorante come il primo, nell'originale americano DIE HARD (ormai il nostro eroe John McClane lo conosciamo) di cui è il fantasmagorico seguito, e non avvincente come il terzo, vede il simpatico e poderoso Bruce Willis impegnato in incredibili acrobazie anche in motoslitta, al confronto del quale il ben più parco ammazzacattivi James Bond fa la figura del dilettante.

L'ambientazione aereoportuale, ipertecnologica, giustifica scene ad alto tasso di spettacolarità, anche se l'azione tende più a disperdersi. Accanto ai cattivi-cattivissimi (fra cui il nostro Nero!), ci sono i doppiogiochisti e questo inietta un pò di sale nella trama, a parte l'ovvio epilogo rosa, qui particolarmente fiammeggiante.

Poco impegnativo, divertente.