BLACK BOOK

Olanda, settembre 1944. La bella cantante ebrea di varietà, Rachel Stein (Carice von Houten) cerca di riparare in Belgio con i genitori e il fratello, ma il barcone zeppo di fuggiaschi ebrei cade in un'imboscata delle SS.

Unica sopravvissuta all'esecuzione di massa, cambia identità (diventa la bionda Alice) ed ottiene asilo in una cellula della resistenza olandese nella quale milita il coraggioso medico Hans Akkermans (Thom Hoffman).

Rachel decide di mettere la propria bellezza al servizio della resistenza e con audacia e faccia tosta s'infila nel letto del fascinoso capitano nazista Luwing Muntze (Sebastian Koch), e se ne innamora, prontamente ricambiata.

Il sentimento che li lega non le impedisce di portare a termine la missione: il piazzamento di un microfono nascosto, grazie al quale i resistenti riescono a carpire i segreti degli invasori.

Dall’altra parte della barricata, Rachel è amata anche da Hans.

Una notte, durante un’irruzione per liberare dei prigionieri, vengono uccisi numerosi partigiani: è successo che il sadico tenente Gunther Franken (Waldemar Kobus), l'ufficiale che ha sterminato la sua famiglia, ha mangiato la foglia e Rachel si ritrova accusata di essere una spia ma niente è quello che sembra e nessuno è quello che dice di essere.

Appassionante e crudele dramma giallo con la guerra sullo sfondo, ispirato ad una storia vera, diretto con grande senso dello spettacolo dal regista olandese Paul Verhoeven, tornato in patria dopo vent’anni trascorsi alla corte di Hollywood, dopo la carne e i microcircuiti di Robocop, dopo il sesso sotto la gonna di Basic Instinct, dopo il corpo assente dell’Uomo ombra.

Paul Verhoeven torna in Europa e apre il libro nero della Resistenza olandese. Il libro mai ritrovato del titolo, che conteneva i nomi di traditori e collaborazionisti, fu conservato fino al 1946 da una giovane donna, l’avvocato De Boer, uccisa da ignoti.

BLACK BOOK è un affresco realistico della resistenza olandese al nazismo che abbraccia i codici del melodramma e del feuilleton, con una sfilza infinita di impudenti doppiogiochisti, fanciulle di minima (ma proprio minima) virtù, attentati, torture, bombardamenti e vendette.

Black Book recupera quel tempo storico, quello dell’occupazione, della resistenza, dell’arrivo degli alleati canadesi e della liberazione, interpretandolo in maniera spregiudicata. E nel delicato passaggio dalla dittatura alla libertà, il regista inserisce eroi impostori e malvagi valorosi, interrogandosi sull’ambiguità della natura umana e sulla sua vocazione alla sopraffazione.




Quella di Verhoeven è una ricostruzione buia che ricorre alla rappresentazione della violenza e dell’erotismo, diffuso nel film dalla straordinaria protagonista, Carice Van Houten, da quel corpo, piazzato al centro della storia annegata nella Storia e aperto alla vista di un'intimità forzosa, cercata come via di fuga, e a cui gli uomini reagiscono cedendo all’irresistibile tentazione di possederlo.

La cornice che racchiude la memoria di Rachel è il neonato Stato di Israele, creato dalle Nazioni Unite nel 1948 per raccogliere il massiccio esodo degli ebrei europei. Uno Stato ancora una volta "in guerra", minacciato, difeso e resistente.

Nel film non c'è personaggio che riesca a guadagnarsi l'assoluzione, con l'inevitabile linea di confine tra buoni e cattivi non facilmente tracciabile.