IL CASTELLO

Usa. Nell'austero castello trasformato in carcere militare l'ultimo arrivato è un peso massimo, nientemeno che un generale a tre stelle, eroe del Vietnam, il generale Eugene Erwing (Robert Redford), uomo d'azione e intellettuale ("Il fardello del comando", uno dei suoi libri), una vera leggenda dell'esercito americano, condannato per aver disobbedito ad un ordine ingiusto, che ha causato la morte di 8 soldati nel Burundi.

Il comandante del penitenziario, il viscido, metodico, crudele e rancoroso colonnello Winter (James Gandolfini), accoglie con timoroso rispetto il superiore, ma presto esplode la gelosia verso la superiorità dell'altro.

I detenuti portano in palmo di mano Erwing e lo eleggono loro capo morale e non solo.

L'ospite pluristellato scopre ben presto che dietro le mura si compiono orrendi e disonorevoli (per un soldato) soprusi per un malinteso senso della disciplina.

Bisogna fermare quel pazzo, prima che al mite caporale Aguilar seguano altre vittime. In una spirale di violenze e ingiustizie sempre più intollerabili, esplode la sfida fra il generale e il comandante.

All'attacco, miei prodi. E alla fine l'eroe di guerra, esperto di tattiche militari, coi suoi uomini, prende possesso della prigione, con un'azione strepitosa. Naturalmente, come per tutti gli eroi, il prezzo da pagare è la vita, ma l'onore è eterno...

IL CASTELLO è un coinvolgente dramma carcerario diretto da Rod Lurie, sorretto da ottimi dialoghi che spingono la schermaglia morale fino all'esplosione della violenza.
Il film è sospinto da una retorica (che non ci dispiace nda) che non sarebbe dispiaciuta a John Wayne, di indubbio impatto emotivo.

È magnifico rivedere il sempre affascinante Robert Redford (che ripassa il suo BRUBAKER nella versione con le stellette) portare con baldanza i suoi 65 anni e James Gandolfini è mellifluo e portentoso nel rendersi odioso.

Non farete fatica ad odiarlo.