THE RING

Seattle (Usa). Sono quattro gli adolescenti defunti , in luoghi diversi ma alla medesima ora, dopo aver guardato una misteriosa videocassetta e ricevuto una macabra quanto incredibile telefonata: morirai tra sette giorni.

La curiosa giornalista Rachel (Naomi Watts), zia di una delle vittime e madre apprensiva del piccolo Aidan, su richiesta della sorella indaga sul mistero.

Entrata in possesso del videotape, rimira in tv le inspiegabili, lugubri immagini e puntualmente le arriva la ferale telefonata.

Presto, devo risolvere l’enigma entro mercoledì, supplica l’amico ed ex boy-friend Noah (Martin Henderson), esperto in elettronica.

Il segreto sembra essere racchiuso tra la baita numero 12 di Shelter Mountain, il faro di Moskoe Island e la fattoria del burbero Richard Morgan (Brian Cox).

Il mistero è davvero sconvolgente, ma quando la vicenda sembra avviata a felice conclusione, Aidan, che è sensitivo ed è in contatto telepatico con l’entità che si nasconde dietro la videocassetta, le fa capire che manca ancora un ultimo tassello, fondamentale, per chiudere il cerchio.

THE RING è un angoscioso, ovviamente inverosimile, horror paranormale, diretto dal regista Gore Verbinski riprendendo, in maniera astuta, l’omonima pellicola che in Giappone fece scalpore nel 1998 .

“Ring”, è una parola, che, nella lingua inglese significa “anello”, ma è anche usata come onomatopea dello squillo del telefono. Il titolo quindi unisce armoniosamente la parola “anello” e quel suono; la prima è la forma circolare del coperchio del pozzo, attorno al quale ruotano gli avvenimenti, il secondo è il fatidico squillo, al termine della visione della videocassetta, anch’esso momento di grande suspance.





Nonostante le citazioni esplicite e ridondanti a Scream e IL SESTO SENSO, e qualche vuoto di sceneggiatura, nella prima parte qualche brivido lo procura, poi precipita in picchiata verso la più bieca routine.

L’interpretazione convincente di Naomi Watts e la confezione, molto più dignitosa della media del genere, si scontra con un intreccio a capocchia che ha in serbo l’affronto finale: ciao a tutti senza spiegazioni.

Bisognerà vedere il seguito, THE RING 2, diretto da Hideo Nakata, regista della versione giapponese?