V PER VENDETTA

Londra, 2020. “Remember, remember, the 5th of November”… È questo il monito di apertura.

E’ furibondo con l’ispettore capo Finch (Stephen Rea), il fanatico cancelliere supremo Adam Sutler (John Hurt), a capo di un governo che dire totalitario è dire poco, dopo l’esplosione dell’Old Bailey: dovete acciuffare quel maledetto V (Hugo Weaving).

Il misterioso terrorista mascherato(la maschera serve a indicare un retroterra storico: è quella di Guy Fawkes, cattolico, nemico del governo tirannico e persecutore della Chiesa cattolica del re Giacomo I, che il 5 novembre 1605 venne arrestato in un tunnel sotto il Parlamento dove si trovavano 36 barili di polvere da sparo destinati a far saltare in aria l'istituzione: lui e i suoi compagni della «congiura delle polveri» vennero impiccati, sventrati, squartati), un anarchico radicale, ha dichiarato guerra al governo che manipola l’informazione e discrimina i diversi, perfino dai microfoni dell’emittente nazionale Btn (la solita tv in mano al potere nda), ma è anche capace di uccidere qualsiasi voce contraria al sistema.

Così presto tolgono il disturbo, con rosa annessa, l’arrogante mezzobusto tv Lewis Prothero, il vescovo pedofilo Liliman e il medico legale Delia Surridge, l’unica che dimostra un pentimento, suoi antichi seviziatori in un terribile lager-laboratorio, nonchè carnefici dell’innocua lesbica Valerie.

Nel tragitto da fare per riportare libertà e giustizia recluta come alleata nella guerra al tiranno la coraggiosa Evey Hammond (Natalie Portman), a cui ha salvato la vita all’inizio del racconto.

Diretto dal dotato James McTeigue, assistente alla regia di Lucas e scritto e prodotto dai registi di “Matrix” ( gli imprevedibili fratelli Wachowski, per intenderci), “V for vendetta” è uno strampalatissimo, eppure affascinante, fumetto fantastico, un cocktail “esplosivo” che unisce effetti speciali ad un ritmo incalzante non privo di efficacia.

L’inafferrabile giustiziere-spadaccino che si muove sullo sfondo della beffarda sceneggiatura, a mezza strada tra D’Artagnan e Zorro è interpretato da Hugo Weaving: bisogna credergli sulla parola, dato che non si toglie mai la maschera neanche per lavarsi i denti.

Natalie Portman? Sufficiente.