L'UOMO DELLE STELLE

L'uomo delle stelleSicilia, 1953. Il venditore di sogni Joe Morelli (Sergio Castellitto) gira con un autocarro, un tendone e una cinepresa di paese in paese.

Sedicente inviato di una inesistente casa cinematografica romana, va in giro a fare provini (falsi) a pagamento, promettere fama e denaro, spacciare illusioni, alimentare speranze.

Per millecinquecento lire a provino gli aspiranti attori di varia umanità accorrono a frotte.
Carabinieri e pastori, madri disposte a qualsiasi (veramente uno, perlopiù) sacrificio per la carriera delle figlie e anziani garibaldini, gay messi all'indice e ragazze tormentate, tutti cercano sogni di gloria.

Poi tra mille poveracci gli entra nel cuore la trovatella Bea (Tiziana Lodato), senza che lui cambi registro.

Finchè l'incontro con una coppia di finti nobili più imbroglioni di lui segna l'inizio del castigo. Duro.

Insolito e non da buttare viaggio di Giuseppe Tornatore nella desolata Sicilia del dopoguerra, un'infinita carrellata di personaggi che non vengono rappresentati che in superficie. Sono apprezzabili la direzione degli attori, il disegno dei personaggi minori (Trieste, Gullotta, Sperandeo), la sapienza concisa del narrare, le luci e il colore di Dante Spinotti, la forte sequenza dell'occupazione delle terre.



Sergio Castellito è bravo, l'appariscente e dotata (fisicamente) Tiziana Lodato non ha fatto molta strada.

Forse il cinema è la fabbrica delle illusioni?