SOTTO IL VESTITO NIENTE

Parco di Yellowstone, Wyoming (Usa). Il giovane ranger Bob (Tom Shanley) ha un'improvvisa comunicazione telepatica, una visione per dirla in breve: vede la sorella gemella Jessica,  fotomodella che lavora in Italia più precisamente a Milano, pugnalata a morte, con un paio di forbici acuminate, da uno sconosciuto.

Turbato, la povera guardia forestale si precipita in Italia ma all'Hotel Scala, dove la sorella aveva alloggio, nessuno sa nulla di lei e, soprattutto, a nessuno sembra importare della sua scomparsa.

Neanche al commissario Danesi (Donald Pleasence) che lo liquida: mi porti il cadavere e apriremo un'inchiesta.

Non sarà l'unica bellezza a passar a miglior vita.

SOTTO IL VESTITO NIENTE è un thriller di discreta fattura (alla Dario Argento, visti i notevoli richiami nda) elegante e fatuo, che gli astuti fratelli Vanzina, dall'incasso certo (contrariamente a qualche maestro), presentano incartato in una lucente carta patinata.







Non manca la satira di costume (la Milano da bere e da sniffare) e il  richiamo a un fattaccio di cronaca nera dell'epoca (caso Terry Broome-D’Alessio, avvenuto l'anno prima) in una capitale della moda patinata e notturna. Ricordo che il mondo dell'alta moda milanese, che si oppose strenuamente alla realizzazione del film, non fece altro che offrirgli un involontario ma efficace battage pubblicitario.



Va comunque sottolineata la presenza del sornione Donald Pleasance che, nei panni del commissario Danesi, offre un'interpretazione che è alla pari con la bellezza di Renée Simonsen, che, nei (pochi) panni della lesbica Barbara, riesce a catalizzare l'occhio del pubblico.




Il titolo accalappia citrulli promette molto senza mantenere nulla.