IO SONO MIA

Roma. I giovani e piacenti coniugi Magro, il meccanico Giacinto (Michele Placido) e la maestrina Giovanna detta Vannina (Stefania Sandrelli), di diversa estrazione e cultura, sono approdati sull'isoletta del meridione italico per le vacanze estive.

Vannina, maestra elementare dal carattere dolce e servile, è molto sottomessa al marito che, particolarmente egoista e gretto, la tratta come un oggetto sessuale e non.

La permanenza, tuttavia, tra mare e sole, è destinata a sconvolgere lo status quo: mentre Giacinto fa amicizia con il pescatore sciupafemmine Santino e si lascia trascinare verso (ipotetiche) facili conquiste, Vannina ascolta le parole di ribellione dalle isolane Tota e Giottina e viene iniziata al movimento femminista da Suna e Mafalda.

Innalzata la bandiera della ribellione, Vannina si fa più di un giro sul giovane Orio, fratello minore di Santino e spesso bistrattato per la dolcezza dei comportamenti, e si stringe sempre più a Suna, che si spupazza a tempo perso Santino.

La giovane, ricca, viziata e viziosa, anche perché paralizzata agli arti inferiori, non disdegna nel letto, forse più per riempire un vuoto esistenziale che altro, anche le donne.

La malattia e la morte di Orio colpiscono a fondo la bella signora che, tornata a Roma, dove viene raggiunta anche dalla notizia del suicidio di Suna, decide di lasciare il truzzissimo marito.

Il piagnucoloso Giacinto, forse solo cosciente del vuoto materiale lasciato in casa dall'assenza della serva e schiava sessuale, cerca di costringere la consorte a tornare.

Ormai il dado è tratto: la maestrina ha messo su casa da sola e in classe impartisce lezioni di parità dei due sessi ai suoi piccoli alunni.

IO SONO MIA è un manifesto di cinema femminista anni '70, infatti il tecnico è composto da tutte donne e la presenza maschile è ridotta al minimo indispensabile. Come molte produzioni coeve è banalissimo, manicheo, noioso.

In effetti più che un film femmista è la rappresentazione di un' unione che, nonostante l'amore, non funziona; le cause sono legate alla "ignorante" insensibilità del marito.

Da vedere, oltre che per ammirare la bellezza di una Stefania Sandrelli niente di meno che splendida e sensuale, solo come testimonianza di un certo clima fortemente ideologico e, se vogliamo, di un certo cinema figlio del tempo.

Datato.