GHOST IN THE SHELL

In un futuro (non molto lontano?). Il Maggiore Kusanagi (Scarlett Johansson) è un prototipo, il primo del suo genere: un umano salvato da un terribile incidente, il cui corpo biologico è stato cyber-potenziato, sostituito interamente con uno interamente artificiale.

Un perfetto soldato, un'arma potentissima messa a capo della Section 9, gestita dalla Hanka Robotics, che ha l'ordine di trovare ed eliminare i criminali più pericolosi del mondo.

Ma il suo ghost, cioè l'anima, è rimasta la sua.

Quando il terrorismo raggiunge un nuovo livello che include la capacità di hackerare le menti delle persone e controllarle, il Maggiore appare come l'unico capace di fermarlo.

Mentre si prepara ad affrontare il misterioso e terribile nemico, Kuze, Kutanagi scopre l'amara verità: la sua vita non è stata salvata, è stata rubata.

Non si fermerà davanti a nulla per recuperare il suo passato, scoprire chi l'ha fatto e fermarlo prima che lo facciano agli altri.

GHOST IN THE SHELL, basato sull'omonimo manga giapponese di fama internazionale, è una vedibile e nulla più fantapellicola con reminescenze Blade Runneriche, che non riesce però a esprimere nulla di veramente innovativo dal punto di vista delle idee. Troppo plasticoso.

La metropoli cyberpunk con proiezioni olografiche fluttuanti è piuttosto suggestiva e di interessante impatto visivo.

Ma se poi si analizza la storia (tanto rumore per poco), ecco che il tutto si riduce a un fanta-action abbastanza canonico, con indagine annessa.

Mantenuto faticosamente a galla da una brava protagonista, una Scarlett Johansson in forma smagliante, e da alcune scene ben realizzate.

In sintesi GHOST IN THE SHELL appare godibile ma di poco impatto. Un blockbuster guardabile e poco più.