1941 - ALLARME A HOLLYWOOD

Los Angeles, 13 dicembre 1941. Sono passati soltanto sei giorni dall'attacco giapponese a Pearl Harbor e una voce terribile scuote la città: i musi gialli stanno per invadere l'America.

E infatti un sottomarino nemico si presenta davanti a Hollywood: ai comandi di un ammiraglio pasticcione (Toshiro Mifune) assistito da un gerarca nazista (Christopher Lee), con l'obbiettivo dichiarato di radere al suolo Disneyland, scelta come simbolo della civiltà americana, a colpi di siluro (???).

Compito non facile dato che la bussola è andata in tilt .

A fermarlo ci prova un aviatore strampalato ed ubriaco (John Belushi), che fa rifornimento di benzina sull'autostrada. Intanto il generalissimo statunitense (Robert Stack), corre al cinema a vedere Dumbo.

E via di questo passo.

1941 - ALLARME A HOLLYWOOD è una indimenticabile epopea distorta comico/bellica, fantapolitica ed anarcoide, un autentico antipasto del filone demenziale che prenderà piede negli anni 80.

Bisogna ammettere che rappresenta anche un dei pochissimi insuccessi commerciali del (quasi sempre) geniale Steven Spielberg.

La guerra in caricatura a tempo di nonsense. Una sorta di Hellzapoppin al fronte, una sfilza di citazioni per cinefili dotti, in cui il regista ha riversato materia grigia, grandi attori e miliardi, lui che con l'umorismo ha un rapporto evidentemente conflittuale.

Ricorda molto la follia di pellicole come THE BLUE BROTHERS.

La sceneggiatura si ispira a un fatto realmente accaduto (nel '42 a causa di un falso allarme la contraerea di Los Angeles iniziò a sparare, causando enorme allarme nella popolazione).

Film forse un po' troppo lungo nella durata ma comunque godibilissimo, nel suo tripudio di immagini e azioni demenziali.