FULL METAL JACKET

Parris Island (South Carolina), 1967. C’è poco da scherzare davanti al determinato sergente istruttore Hartman (Lee Ermey). Le diciassette reclute dei marines subiscono ingiurie e umiliazioni in serie da quell’urlante matto scatenato che vuol farne macchine da guerra.

Compreso il soldatino Joker (Matthew Modine), l’unico che osa tener testa al cerbero.

Dopo otto settimane di un addestramento da far schiattare dei bisonti, il plotoncino è spedito in Vietnam senza Palla di lardo (Vincent D’Onofrio), che con il fucile si è devastato il volto, non prima di spedire al creatore il sottufficiale addestratore.

Fra imboscate e bombe sarà dura salvare la pelle.

FULL METAL JACKET è uno splendido (soprattutto visivamente), spietato e personale film di Stanley Kubrick dalla narrazione secca, talora brutale.

Trent’anni anni dopo Orizzonti di gloria il Maestro non ha perduto la voglia di sparare contro le ferree ideologie militari che plasmano e “depersonalizzano” l’individuo, annientando i cervelli prima di scavare le fosse.

Nel genere “Guerra nel Vietnam”, perde (forse, e dico forse) solo da APOCALYPSE NOW, ma questo film di Kubrick sembra superiore ai pur giustamente celebrati e validi PLATOON e IL CACCIATORE.

Diviso in due parti (l’addestramento e il conflitto vero e proprio), è stato realizzato (a Londra!) in modo tecnicamente superbo e nel quale l’attore migliore (Lee Ermey, da poco scomparso nda) è un non professionista ex militare.

Il sergente Hartman e il suo continuo urlare, sparando offese ed insulti in stile mitraglia, sono entrati nell’immaginario collettivo e le sue frasi sono diventate un cult.

Facendo sembrare il quasi insopportabile fragore delle armi un coro di violini al cospetto di un turpiloquio fiume senza precedenti, ma siamo marines mica signorine.

Il ghigno di Vincent D’Onofrio/Palla di lardo ricorda quello di Jack Nicholson in SHINING.

Se siete troppo sensibili, guardatevi qualcos’altro, ma rinuncerete a immagini che rimangono scolpite nella memoria e un finale perfetto e folgorante.

I soldati che marciano cantando la canzone di Mickey mouse (Topolin) non me li toglierò mai dalla testa, come tante altre scene di FULL METAL JACKET.